Il presente documento è stato elaborato grazie alle informazioni ottenute da Professionisti Sanitari e Medici Infettivologi impegnati in prima linea nella lotta al coronavirus . Diverse informazioni sono state attinte anche da alcuni protocolli di Aziende Sanitarie Locali e dai seguenti siti web – dai quali si potranno avere maggiori e più dettagliate informazioni:
Innanzi tutto è necessario precisare che, nell’assistenza alla Persona, l’Operatore dovrebbe sempre adottare norme igieniche e di comportamento come se l’Assistito fosse potenzialmente affetto da una patologia infettiva.
In questo momento storico particolare, per il quale il nostro Governo ha emanato severe norme e misure finalizzate alla prevenzione del contagio da coronavirus, è importante puntualizzare alcune regole e buone prassi atte a prevenire il contagio stesso.
E’ per questo che la prima regola da ricordare è: siamo tutti potenzialmente infetti e ci si deve comportare di conseguenza.
Il nuovo coronavirus che sviluppa la malattia COVID19, fa parte dell’ampia famiglia dei coronavirus, cioè virus respiratori che possono causare malattie da lievi a moderate, dal comune raffreddore a sintomi respiratori.
Si può quindi dire che la malattia provocata dal nuovo coronavirus ha un nome: “COVID-19” (dove “CO” sta per corona, “VI” per virus, “D” per disease e “19” indica l’anno in cui si è manifestata). Lo ha annunciato, l’11 febbraio 2020, nel briefing con la stampa durante una pausa del Forum straordinario dedicato al virus, il Direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus.
I sintomi più comuni di un infezione da coronavirus nell’uomo includono febbre, tosse, difficoltà respiratorie.
Nei casi più gravi, l’infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e persino la morte.
Le persone più suscettibili alle forme gravi sono gli anziani e quelle con malattie preesistenti quali diabete e malattie cardiache.
Il fatto però che vi siano persone più suscettibili alle forme gravi di coronavirus, non significa che tutte le altre persone siano immuni dall’ammalarsi o da manifestare forme gravi di malattia e addirittura la morte.
Sino ad ora non è stato dimostrato che vi siano persone immuni al coronavirus e, per tale motivo, tutti dobbiamo considerarci a rischio di infezione anche grave.
E’ importante sapere anche che, ad oggi, non esistono vaccini o terapie in grado di fermare il nuovo coronavirus ed è per questo che l’unico mezzo che abbiamo per difenderci è la prevenzione.
Il nuovo coronavirus che tutti noi stiamo combattendo può essere trasmesso da persona a persona attraverso il contatto stretto con una persona malata o contagiata.
Questo significa che una persona contagiata dal coronavirus, pur non manifestando la malattia (asintomatico) potrebbe comunque trasmettere il virus ad un’altra persona la quale, a sua volta, potrebbe invece ammalarsi, anche gravemente.
Il contagio avviene perché la persona sana, attraverso la bocca ed il naso, assorbe il virus contenuto in:
In casi rari il contagio può avvenire attraverso contaminazione fecale.
Normalmente le malattie respiratorie non si tramettono con gli alimenti, che comunque devono essere manipolati rispettando le buone pratiche igieniche ed evitando il contatto fra alimenti crudi e cotti.
Attualmente sono in corso diversi studi per comprendere meglio le modalità di trasmissione del virus.
Il nuovo coronavirus può trasmettersi da persona a persona in diversi modi:
Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie definisce contatto stretto:
Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie scrive anche che: il collegamento epidemiologico può essere avvenuto entro un periodo di 14 giorni prima o dopo la manifestazione della malattia nel caso in esame.
In parole povere, come meglio specificato anche nel sito del Governo Italiano, il periodo di incubazione, cioè il periodo di tempo che intercorre fra il contagio e lo sviluppo dei sintomi clinici (cioè della malattia), si stima attualmente che oscilli fra 2 e 11 giorni, fino ad un massimo di 14 giorni.
Questo significa, in parole ancora più semplici, che se oggi veniamo contagiati dal virus, ad esempio perché abbiamo stretto la mano di una persona già contagiata e ci siamo portati la mano alla bocca, potremmo ammalarci di COVID19 anche fra 14 giorni.
Per questo motivo, chi sa di essere venuto a contatto diretto con una persona infetta da coronavirus o contagiata, deve mettersi in quarantena, ossia deve restare a casa senza avere contatti diretti con le altre persone per almeno 14 giorni.
Vediamo ora cosa è necessario fare e come bisogna comportarsi quando si svolge un’attività di assistenza domiciliare alle persone fragili.
Si sta parlando del comportamento che dovrebbero assumere tutti gli operatori, qualificati o non qualificati, che assistono al domicilio Anziani, Malati e Disabili che hanno bisogno di un aiuto nello svolgimento delle loro attività giornaliere come lavarsi, mangiare, usare il bagno, muoversi ecc.
Prima di recarsi al lavoro verificare il proprio stato di salute e misurarsi la temperatura: se si presentano sintomi influenzali oppure la temperatura è superiore a 37,5° è vietato recarsi al lavoro. In questo caso restare in casa, avvisare il proprio Committente e chiamare il proprio medico di famiglia o l’autorità locale sanitaria – il numero di telefono Nazionale 1500 – ma ogni Regione ha messo a disposizione dei cittadini altri numeri che è possibile contattare.
Se le proprie condizioni di salute sono adeguate e non si presentano né febbre superiore a 37,5° né sintomi influenzali, si può andare al lavoro adottando però tutte le precauzioni possibili e funzionali alla prevenzione del contagio da Coronavirus.
E’ necessario tenere presente che, pur senza saperlo, potremmo essere noi stessi gli infettati e che oltre a proteggere noi stessi, abbiamo il dovere di proteggere le Persone assistite.
Come sappiamo infatti, sono proprio gli Assistiti ad essere i più deboli e più vulnerabili.
Prima di uscire di casa quindi, è necessario praticare una doccia e indossare indumenti puliti che, comunque avremo cura di lavare subito dopo il servizio.
Ci si deve recare al lavoro senza monili (come anelli, bracciali, orologi, collane ecc..), unghie corte e senza smalto, privi di ogni tipo di trucco viso, labbra, occhi.
Il servizio deve essere svolto indossando tutti i DPI indispensabili in questo momento e, pertanto, è importante organizzarsi bene ed essere certi di avere tutto ciò che serve prima di uscire di casa.
Preparare quindi un borsone con dentro tutto l’occorrente che vedremo elencato sotto.
Rispetto alle procedure di vestizione e preparazione al servizio, il consiglio è quello di prepararsi fuori dall’abitazione dell’assistito ( ad esempio giardino, pianerottolo, o appena fuori dalla porta).
Questo perché in assistenza domiciliare non è quasi mai possibile avere a disposizione uno spazio pulito e non contaminato, dove si può, appunto, procedere con la “vestizione e preparazione”.
Come si è detto, prima di entrare in casa dell’Assistito è necessario, anzitutto, seguire una rigorosa procedura di vestizione e preparazione al fine di proteggere se stessi e gli altri da un possibile contagio da coronavirus. Il tempo che serve per prepararsi al servizio è di circa 5/ 10 minuti.
Nel borsone che abbiamo portato con noi dovremo avere:
Per la preparazione, seguire nell’ordine le seguenti manovre:
Al termine del servizio è necessario togliersi tutti i DPI utilizzati all’interno dell’abitazione dell’Assistito, al fine di “non portare fuori dalla casa eventuali contaminazioni”.
Il processo di svestizione e uscita dal domicilio dell’Assistito è molto importante per evitare la contaminazione. Esso è piuttosto lungo e necessita di circa 30 minuti di tempo. E’ importantissimo svolgerlo correttamente, seguendo tutti i passaggi consigliati.
Nota bene: per chiarezza, si specifica che tutte le volte in cui sarà necessario lavarsi le mani, il lavaggio stesso avverrà indossando i guanti che sono rimasti a contatto con la pelle. In parole povere, laviamo i guanti e non la pelle delle mani. Questo è necessario per garantire all’Operatore la massima tutela rispetto alla contaminazione da coronavirus.
Le manovre di svestizione dovranno avvenire seguendo nell’ordine le seguenti fasi:
Ricordare che l’uso scorretto dei DPI, non solo non protegge dal contagio ma aumenta il rischio di infettarsi.
Per tale motivo è importante ricordare e seguire queste semplici regole:
MASCHERINA: le mascherine, a seconda della loro tipologia, vanno indossate e utilizzate come indicato dal produttore, compreso il periodo di durata. Prima del loro uso quindi leggere attentamente le istruzioni riportate sulle confezioni. Non indossare mai la stessa mascherina per più di un Assistito. La mascherina, una volta tolta, deve essere gettata perché si rischia di infettarsi con le parti già contaminate.
Se si indossa una mascherina chirurgica e le condizioni dell’Assistito lo consentono, è buona norma farla indossare anche all’Assistito stesso. In questo modo non vi contagerete a vicenda.
E’ inoltre necessario ricordare che la mascherina deve coprire naso e bocca, aderire il più possibile al viso e non va mai abbassata sotto al meno e poi riportata in posizione.
Se durante il servizio si ha necessità di tossire o starnutire, va fatto nella mascherina.
Se durante il servizio si ha necessità di soffiarsi il naso:
COPRICAPO O CUFFIA: deve contenere tutti i capelli. La sua funzione è quella di evitare che i capelli vengano contagiati dal virus e, toccandoli o pettinandoli, ci si vada poi ad infettare.
OCCHIALI PROTETTIVI O VISIERA: il virus si tramette anche attraverso il bulbo oculare e, per tale motivo, è importante proteggere gli occhi. Se si usano mascherine chirurgiche, è preferibile utilizzare una visiera integrale che copre il viso dalla fronte al mento. Gli occhiali o visiera, devono essere accuratamente lavati e disinfettati al termine del servizio (con disinfettante a base di candeggina) per poterli utilizzare di nuovo. Se si indossano anche occhiali da vista, ricordarsi di lavare e disinfettare bene anche questi alla fine di ogni servizio.
CAMICE: allacciarlo bene sul retro e farlo aderire bene al corpo, facendo attenzione che non cada sulle spalle e che lasci liberi i movimenti.
CALZARI O SOVRA-SCARPE: non usare cuffie per i capelli al posto dei calzari (o, ad esempio, borse di plastica) perché si rischia di scivolare e quindi di farsi male. I calzari hanno la funzione, come per tutti gli altri DPI di non fare entrare il virus nell’abitazione dell’Assistito, ma anche di non portarlo fuori qualora fosse già presente all’interno dell’abitazione stessa. Per questo motivo, come per gli altri dispositivi monouso, non sono riutilizzabili.
SE NON E’ POSSIBILE REPERIRE GEL IDROALCOLICO SI PUO’ PREPARARE IN CASA, SEGUENDO SCRUPOLOSAMENTE LE INDICAZIONI DELL’OMS – ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA’ – CLICCANDO SUL SEGUENTE LINK : https://www.who.int/gpsc/5may/Guide_to_Local_Production.pdf